Non potevamo che partire dal MARE. L’unico modo per non perdere nulla di Pantelleria è fare il giro dell’isola in barca. Solo così potrete ammirare i suoi angoli più nascosti e segreti.
Il giro dell’isola può essere fatto in due modi: noleggiando un gommone, oppure in gruppo con tour organizzati. Nel caso in cui doveste optare per il “Viaggio in solitaria” ecco qui una piccola guida.
Iniziamo il giro dell’isola in senso antiorario partendo dal porto.
Dirigiamoci verso località Arenella. Sul fondale di questo tratto di mare sono presenti molti reperti ceramici d’epoca tardo imperiale. È una parte di costa caratterizzata da rocce basse e accessibili anche da terra, che pian piano diventeranno più frastagliate verso Cala Modica, in località Mursia. Qui potrete vedere delle bellissime calette.
Continuiamo verso Punta Fram, una parte di costa nera e frastagliata nata dall’eruzione del cratere Gelkamar, caratterizzata dall’alternanza di coste a strapiombo sul mare con grotte bellissime e alte al punto tale da poterci entrare in barca. Il nome di questa località ha origine arabe, Fram vuol dire punta tagliuzzata, proprio ad indicare la natura frastagliata della costa. Qui l’assenza di vegetazione vi permetterà di godere appieno del capolavoro fatto dalla colata lavica e la successiva evoluzione nel tempo. In questo punto, fondali sono molto profondi ed il mare pieno di pesci.
Proseguendo il percorso arriveremo a Punta di Suvaki, caratterizzata da una costa bassa e facilmente raggiungibile anche da terra.
Appena dopo ecco a Cala Sataria, una grotta molto ampia, famosa per le sue sorgerti di acqua termale. La volta della grotta è formata da pietra pomice, mentre la pavimentazione è fatta di mattoni. Il suo nome, che deriva dal greco, vuol dire “salute”. Le sue acque termali erano famose fin dall’antichità come cura per dolori reumatici e artriti. L’acqua raggiunge i 40 gradi e viene fatta confluire in due vasche, una delle quali comunicante con il mare.
Costeggiando ancora l’isola ecco Punta Pietra Rotonda, con la Grotta dello Storto e appena dopo Punta Tre Pietre, con lisce balate che conduco al mare.
Proseguendo arriveremo al Porto di Scauri, il secondo porto dell’isola. Qui a circa 10 metri di profondità è stato rinvenuto un relitto, affondato alla fine del V secolo d.C., probabilmente un’imbarcazione proveniente dall’Africa che si trovava a Pantelleria per motivi commerciali.
Arrivati all’altura di San Gaetano potrete vedere i terrazzamenti agricoli tipici dell’isola che si protraggono fino alla costa.
Dopo san Gaetano eccoci a Cala Nikà. All’interno di questa insenatura sgorgano acque termali a temperature tra gli 85 e i 100 gradi, che mescolandosi immediatamente con l’acqua del mare raggiungono i 70 gradi circa. In alcuni punti le acque termali si incanalano in piccole vasche delimitate dalle rocce. Potrete immergervi e goderne delle indubbie qualità terapeutiche.
Proseguendo arriveremo a Punta Garretta dove la costa diventa altissima, pensate che all’altura di Salto la vecchia si arriva a 282 metri di altezza. Qui il mare e il vento hanno disegnato meravigliosi capolavori di scultura.
Tra punta Molinazzo e Punta Sciaccazza, troveremo la Grotta dell’amore, siamo esattamente dietro l’isola. Proseguendo nel nostro viaggio arriveremo alla Balata dei turchi uno dei punti più belli di tutta l’isola con una suggestiva insenatura, incorniciata da imponenti scogliere alte fino a 300 metri. La Balata dei turchi era un tempo scalo naturale utilizzato dai pirati. Il suo nome Balata, “Balat” deriva dall’arabo e significa lastrone di pietra. Infatti La Balata dei Turchi è un’ampia piattaforma che si protrae dalle rocce verso il mare.
Le ricerche fatte su questo territorio dimostrano che quest’area fosse abitata dall’uomo già 7 mila anni fa. Da queste rocce si estraeva l’ossidiana, un materiale fondamentale in epoca preistorica ed inoltre era un’eccezionale riparo dalle tempeste improvvise.
Più avanti ecco gli “Scoglietti“ che emergo belli e fieri dal mare. Appena più in là “la Grotta delle sirene”, qui quando il sole è a picco sul mare si formano meravigliosi giochi di luce con riflessi danzanti sulle pareti rocciose della grotta… eccolo il richiamo irresistibile della Sirena!
E ancora Cala Rotonda raggiungibile solo via mare e la Martingana, in questo tratto di mare vedrete moltissime grotte nascoste tra le rocce e l’acqua dal turchese vira verso il blu nei punti più profondi. Proseguendo il tour dell’isola noterete che la costa diventa pian piano più bassa, arrivando poi a Punta Kharace e Punta Salina dove potrete ammirare il faraglione dietro l’isola, detto “u ficudignu” perché ricoperto interamente dalla pianta del fico d’india.
In questo tratto di costa bellissime grotte: Punta del Curtigliolo o di Cala del Formaggio e Punta Galera. Nel tratto di costa successivo, dopo la Punta del Duce si apre una serie di grotte:“i Macasenazzi”, il nome trae origine dalla forma, somigliano infatti ad enormi magazzini.
Proseguendo eccoci arrivati all’ Arco dell’elefante, emblema dell’Isola. Il suo nome deriva dalla forma del promontorio. È un elefante ritratto nell’atto di girarsi verso sinistra che immerge la proboscide nel mare. Sotto l’arco a seconda dell’ora del giorno l’acqua prende diverse sfumature e riflessi. Per gli appassionati delle immersioni, questo è un punto di notevole interesse. Il fondale degrada lentamente. Qui la posidonia è regina incontrastata, e potrete ammirare una gran quantità di pesci dai saraghi alle cernie alle ricciole.
A fianco ecco Cala Levante. Questa insenatura, viene utilizzata spesso dai turisti per l’ormeggio dei gommoni avendo un comodo scivolo per la salita e la discesa delle imbarcazioni. Anche in passato, grazie alla sua posizione favorevole fu riparo per le navi puniche e romane. Il fondale inoltre degrada dolcemente, quindi anche i nuotatori meno esperti potranno immergersi serenamente. Da Cala Levante potete ammirare il Faraglione di Tracino, meta ambita dai sub!
Dietro, ecco Cala Tramontana, una delle insenature più scenografiche, oltre che famosa per le sue immersioni. Le due cale insieme ci offrono un’occasione quasi irripetibile: quando il vento soffia da nordovest le acque di cala Levante sono calme, se al contrario il vento soffia da sud est sono calme le acque di cala Tramontana, le due cale si fanno scudo a vicenda.
Da Cala tramontana la costa sarà molto alta fino ad arrivare a Cala Gadir, un piccolo villaggio a forma di semicerchio sul mare che somiglia ad un piccolo borgo marinaro. Il suo nome è di origine araba e vuol dire conca d’acqua. Questa Cala era famosa fin dall’antichità per le sue acque termali. Furono infatti costruite delle vasche scavate nella roccia dove la temperatura raggiunge i 55 gradi. Oltre ad essere note le proprietà terapeutiche dell’acqua, di notevole interesse è l’alga che nasce sulle pareti delle vasche, indicata per la cura delle vie respiratorie. La storia di questa Cala è molto antica, pare siano stati i punici a scoprire le sorgenti termali. Sui fondali inoltre sono presenti due relitti: uno risalente al II secolo a.C. e l’altro fine II secolo a.C. e inizio del I secolo a.C.
A seguire: Punta Liscetto, Punta Falconetto e la splendida Cala Cottone, antico porticciolo da cui partivano i carichi di cotone prodotto sull’isola, ecco l’origine del suo nome. A Cala Cottone potrete trovare una “Buvira”, una delle tante presenti sull’isola. Le buvire (ne troverete parecchie sull’isola) sono delle sorgenti d’acqua salmastra, in passato fondamentale approvvigionamento di acqua (tranne che per usi alimentari).
Proseguendo ecco Punta Spadillo. Nuotare in questo luogo è sempre molto emozionante, ve ne renderete conto appena messa la testa sott’acqua. Questo è tratto di costa più profondo dell’isola. Vi sembrerà di nuotare sospesi nel vuoto.
Continuando il percorso arriveremo ad una suggestiva insenatura: Cala Cinque Denti. Il suo nome nasce dalla natura della sua costa, “dentellata” appunto. Investita dallo Scirocco e posta all’ombra della scogliera molto alta, qui l’acqua è davvero limpidissima e particolarmente fresca.
Poco più in avanti, tra i massi, ecco il laghetto delle ondine, un laghetto di acqua salata incastrato tra le rocce.
Proseguendo ancora un po’ eccovi arrivati alla Scarpetta di Cenerentola, probabilmente l’insenatura più incredibile di tutta l’isola.
Dopo la costa diventa sempre più bassa e liscia, fino ad arrivare a khattibuale una grande e spaziosa balata. Da qui si prosegue verso Punta Pozzolana e poi Cala Campobello, Punta karuscia, punta Mordomo e Cala Bue Marino, per terminare con Punta San Leonardo e rientrare quindi al porto.